Arte del racconto e drammaturgia

Gianmarco Galuppo

Gianmarco Galuppo

Docente di Scrittura

  • Perché scrivere? Esigenze, visioni, idee

  • Tecniche narrative, struttura drammaturgica, personaggi, ritmo

  • Dal soggetto alla sceneggiatura di un fumetto

  • La voce dei maestri: analisi di libri classici e pillole di letteratura

Biografia

Gianmarco Galuppo è scrittore e drammaturgo.
Nato a Firenze nel 1986, vive ora in Molise.

Laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Siena e diplomato in Sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia, debutta a teatro nel 2018 con la drammaturgia Non sei solo.

Il suo esordio letterario è la raccolta di racconti Il grande Tu (L’Erudita/Giulio Perrone, 2020), segnalata da Il fatto Quotidiano come uno dei migliori sette libri editi nel 2020 da case editrici indipendenti.

Nel 2022 il suo racconto Licheni viene selezionato per l’antologia sportiva Tumulto, pubblicata da Mille Battute Edizioni. In più collabora, in qualità di dramaturgo, all’allestimento dello spettacolo Il mio nome è Tempesta, scritto da Carmen Sepede, diretto da Emanuele Gamba e vincitore del Premio Matteotti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

È direttore artistico della Sezione Scrittura del Progetto ACT di Campobasso, all’interno del quale insegna Arte del racconto. Organizza laboratori intensivi di scrittura, come La freccia nel cuore, per conto di istituzioni pubbliche ed enti privati. È stato ospite di manifestazioni culturali come Ti racconto un libro e Il paese dei libri.

Alla produzione per adulti affianca la scrittura di racconti per l’infanzia, tra cui I cent’anni di Nonna Lince, in fase di lavorazione, affidato all’illustratore Andrea Romagnuolo.

Offerta didattica

L’amore per la scrittura si impara leggendo, sperimentando, scrivendo da soli oppure a quattro, sei, dieci mani. Si impara dai maestri della letteratura, che, come compagni di avventure, ci indicano rotta e pericoli.

Il talento è una pianta che si coltiva col tempo, con pazienza, rigore e ironia. Non c’è un unico scopo per cui si scrive: lo si fa
per divertirsi, per superare momenti difficili, per conoscersi più in profondità, per stare meglio al mondo. L’importante è avere un qualche piacere nel farlo: senza quello, scrivere non ha senso. L’arte non può essere una diga o un’imposizione. È acqua che sgorga.

Perciò nelle mie lezioni, soprattutto con i più piccoli, mi concentrerò sul coltivare il piacere della scrittura, attraverso giochi, attività, colpi di scena.

Esploreremo gli argomenti di base necessari per cominciare a scrivere storie: dagli esperimenti creativi di Rodari e Munari alla creazione di un personaggio avvincente, da letture d’avventura e tensione all’esplorazione di varie tecniche di scrittura (fumetto, cinema, poesia), senza tralasciare sfiziosi giochi di parole e di gruppo.

In questo modo, il mio ruolo di insegnante sarà più simile a quello di un moderatore attivo, quasi un partecipante aggiunto, un “canalizzatore” di flussi culturali, che non a quello di un dispensatore di conoscenze, nella convinzione che l’arte rappresenti un territorio fecondo per la circolazione di idee ed emozioni e l’apertura orizzonti, anziché una conoscenza che chiude, impone o ammaestra.

La scrittura è un viaggio, ancora più bello se lo si intraprende in compagnia, in territori stimolanti e fecondi.

Buon viaggio a tutti, dunque. Che l’ispirazione sia con voi!

Ps: se non lo fosse, non demordete. Anzi, come suggeriva Jack London, prendete un bastone e iniziate a incamminarvi, per cercarla.